In questo momento sono in ufficio immersa in un oasi di
tranquillità.
Non accade mai.
Tre quarti dell’Azienda si è trasferita al Festival del
Fitness di Rimini e l’altro quarto sta lavorando con tranquillità e serenità su
tutto il resto perché si sa che il fatturato non lo tiri su solo in Romagna.
Io con il mio fianco svettante sono tra quelle che non sono
degne di stare allo stand, l’immagine aziendale ne sarebbe compromessa.
Da quando ho preso consapevolezza di questo aspetto, tante
cose di cui non riuscivo a darmi una spiegazione si stanno mettendo nell’ordine
giusto.
Stamattina in autobus stavo parlando con una persona che
lavora nel palazzo ma in un'altra azienda, di questo aspetto per cui a chi corre
(non sul lavoro come me ma con le scarpette da jogging) viene concesso molto
più tempo in pausa e viene comunque considerato.
Lei allibita mi guarda e candidamente mi dice “ma allora tu
non hai possibilità?”
Si, direi che prima della mia presa di coscienza l’avrei
guardata con astio per questa battuta, ora invece mi compiaccio semplicemente
della sua perspicacia e mi basta sapere che se perdo un quarto di me posso
diventare tranquillamente “la più brava della classe”
Ok ok torno a pensare che devo farlo per la mia salute.
Sto cercando di tenere un minimo di ordine alimentare nella
mia giornata, provo a non mangiare fuori pasto e a non pasticciare. D’altro
canto il fuori pasto è quello che mi frega principalmente perché anni di diete
mi hanno portato a preparare, in modo
totalmente naturale, dei pranzi bilanciati.
Nel fuori pasto la mia fantasia raggiunge dei livelli altissimi.
In questi giorni sto cercando di capire anche qual è lo
stato d’animo che mi fa scivolare nella ricerca del cibo senza freni e senza
pensieri.
C’è chi mangia per tristezza o per nervosismo o per riempire un vuoto oppure
per noia: ecco io mangio per tutti questi motivi insieme e lo faccio pure come
premio per quando sono felice, soddisfatta oppure sono riuscita a fare qualcosa
di veramente gratificante per me.
Insomma per me il cibo è conforto, premio e godimento.
Tutto questo complica la mia giornata: soffro di una forma
di amnesia dietetica.
Io mi alzo al mattino consapevole che sono a dieta, va tutto
bene fino a circa alle 18, esco dall’ufficio e … puff….. amnesia….. mi dimentico tutto.
Dovrei girare con una di quelle scritte lampeggianti al neon
davanti agli occhi: SONO A DIETA!
Alla sera sento proprio il bisogno di lasciarmi andare e non
pensare a quello che mangio.
Mi chiedo se in questa fase devo continuare ad ascoltarmi e fare da sola oppure devo decidermi a chiedere aiuto a qualcuno.
Sento il fallimento come una presenza continua e costante
che mi accompagna che sia sola o accudita.
In Azienda abbiamo una nutrizionista che si occupa di fare
incontri con le persone per insegnare a mangiare meglio e li segue nel percorso.
E’ una persona veramente seria, carina, preparata e molto disponibile.
Spesso ci fermiamo a chiacchierare ma io non ho mai sfiorato
con lei l’argomento dieta.
Ultimamente la incontro e da dentro sento una vocina che mi
dice “dai parlale, dille che hai bisogno di lei, dille che hai bisogno di un
controllo perché da sola non riesci”.
E poi rinuncio.
Perché forse la lego all’Azienda e un po’ questa cosa mi dà
fastidio
Perché mi vergogno di pesarmi davanti a lei
Perché ……ho paura del solito fallimento e di doverlo
ammettere.
E’ una strada in salita, moooolto in salita!