mercoledì 11 maggio 2016

Una brutta persona


In un blog privato uno dovrebbe sentirsi libero di scrivere un po’ quello che gli pare.
Devo purtroppo ammettere  che quando uno deve raccontare aspetti negativi della propria persona un po’ di reticenza salta fuori ed è proprio  dura.
Essendo una veterana di diete e periodi più o meno lunghi di “astinenza” da cibo voluttuoso spesso nella vita ho incontrato i cosiddetti (da me) “disturbatori” o anche detti (nei momenti di peggiore incazzatura) “rompicoglioni alimentari”.
Sono coloro che appena tu dichiari la tua decisione di intraprendere un sano percorso di salute alimentare, si trasformano all’istante in individui impossibili che:
  • ti propongono qualsiasi genere di leccornie e inviti a pranzo per cercare di renderti la vita un po’ più difficile;
  • ti demotivano subito fin dall’inizio dicendoti che non riuscirai mai a raggiungere l’obiettivo e tempo una settimana avrai dimenticato tutti i tuoi buoni propositi.
  • ti dicono una frase che mi fa incazzare al massimo “sei più simpatica quando non fai la dieta” come se la tua personalità fosse legata in modo indissolubile alle calorie che ingerisci
  • avverti un filo di ostilità nei tuoi confronti che si attenua solo quando inizi a sgarrare


In questo periodo anziché essere vittima di disturbatori sono diventata parte attiva e, non dico di fare tutto quello che ho scritto ma qualcosa in me si muove in quel senso e, mi vergogno come una ladra,  ma lo sto facendo e in maniera anche un po’ accanita.
La mia collega dopo averci sfracassato a tutti su fatto che è una balena, che si fa schifo e che non riesce ad essere costante, ha deciso di mettersi a dieta.
Ora scriverò dei punti che sembrano voler essere una giustificazione alla mia cattiveria ma voglio assolutamente dichiarare a mia difesa che non voglio assolutamente trovare delle scuse  e che mi detesto per il mio modo di pensare di questi ultimi tempi, ma qualche premessa deve essere  fatta:

  •      La collega che si dichiara balena avrà a malapena una decina di kg da perdere contro i miei che sono più o meno il triplo. Per cui  quando si disprezza davanti a tutti io di rimando sento di fare schifo tre volte tanto.
  •     Quando si mette a dieta l’annuncio è un qualcosa che l’effetto “ globalizzazione” sembra un fatto assolutamente provinciale. Lo dice a tutti e per tutto il giorno racconta nei minimi particolari cosa stia mangiando e la fatica che fa ad affrontare questo percorso. La dieta diventa l’unico argomento  possibile.
  •      In media le sue diete durano ore e non giorni  e quando riprende a mangiare ti racconta nei minimi particolari di cosa si abbuffa, facendoti scatenare una fame atavica.
  •        Quando è a dieta come oggi, ti porta in ufficio una bomba chiamata la “”treccia di Panarello” (non so se la conoscete) che solo a nominarla mi aumenta la salivazione, chiedendoti più volte di mangiarla come se fosse giusto e sacrosanto che io possa rimpinzarmi di tutto ciò. Mi sorge sempre qualche  dubbio: o non ci vede bene, o pensa che io debba prendere un po’ di peso perché mi vede deperita oppure è proprio stronza e pensa che per me sia ormai una partita persa in partenza.

Detto ciò  io mi  autodenuncio e ammetto di comportarmi veramente  male, ho una forma di ostilità nei suoi confronti e una tendenza a cercare di metterla in difficoltà che a volte è decisamente un po’ esagerata.
So da dove esce tutto questo, dalla mia incapacità in questo periodo di darmi una regola e di pensare ad uno stile di vita più sano.
Il cibo è un grande consolatore e anche il mio peggior nemico. Io ci provo a farlo diventare il mio migliore amico ma il nostro rapporto è sempre stato un po’ malato.
Sono come quelle coppie dove il marito mena la moglie ma lei si ostina a rimanere perché prima o poi lei riuscirà a farlo cambiare .
In un caso o nell’altro il rapporto cambia solo ed esclusivamente quando si inizia a volersi più bene e a mettersi al primo posto prima di chiunque altro.
C’è un altro modo di vivere il cibo  come un aiuto per vivere meglio .
In questo periodo invece io cerco di anestetizzare il mio dolore e i miei vuoti con il cibo e non riesco a interrompere la spirale discendente che mi sta facendo del male.
Sto pensando di rivolgermi ad una nutrizionista che mi possa seguire passo passo perché sta diventando veramente difficile farcela da sola.
A livello nozionistico sono preparatissima, so cosa si deve fare e non fare, cosa mangiare e cosa evitare, so ogni cosa ma mi manca sentirmi seguita, ascoltata e accolta in questo percorso che temo sarà lunghissimo.
Tutto questo mi provoca una profonda rabbia e un senso di incapacità che sto sfogando sulla ignara collega che, potrà avere pure dei difetti, ma non può essere considerata  la causa scatenante del mio disagio.
Ora cerco di stare tranquilla e di procedere nella giornata con un minimo di distacco cercando di elevarmi dalla fanghiglia in cui sono finita.


Vogliatemi bene lo stesso.

lunedì 9 maggio 2016

Il termometro della situazione attuale....

...... è dato dalle ultime telefonate a mia madre. 
Dopo tanto tempo riesco a sentirla ancora ridere,  alla domanda come stai mi risponde “bene dai!”, sento che ha ripreso il passo che aveva prima della giostra sui cui siamo saliti tutti a novembre dell’anno scorso.

Ho ripreso i miei ritmi, la sento tutte le settimane e vado a trovarla un week end si e uno no: lo so sono una figlia terribile ma questo passa il convento.  Sono un autonoma famigliare e non ci posso fare niente: ci sono al 100% quando c’è bisogno ma diversamente  lasciatemi i miei spazi altrimenti divento un po’ indigesta per chi mi sta attorno.

Finalmente tutti gli strascichi lasciati da quei maledetti ansiolitici se ne sono andati e dopo un inverno passato al ritmo di una visita al Pronto Soccorso  ogni tre settimane ( viaggi spesso dovuti a veri e propri attacchi di panico) oggi sono ben due mesi che non vediamo più un Pronto Soccorso (shhh non lo diciamo troppo ad alta voce).

Insomma la mia mamma è tornata tra di noi!

Un po’ più invecchiata dopo quest’ultima esperienza ma a Settembre sono sempre 85 candeline da spegnere e purtroppo questo è il senso di marcia.

Da tutta questa vicenda ne sono uscita pure io con le ossa rotte. Mi sento ancora adesso molto insicura ed incerta verso il futuro. Ho provato una paura indicibile quando una idiota di dottoressa ci aveva ufficiosamente comunicato che mia madre era in piena metastasi salvo poi avere gli esiti degli esami e rendersi conto che il problema numero uno di mia madre è il suo cuore e non certo la macchietta sul polmone .

Il medico di famiglia continua a sostenere di curarle sempre il cuore che a 85 quella macchia sul polmone è tutto fuorchè pericolosa:  io ho sempre un po’ l’ansia alla mattina quando mi sveglio e penso che debba intervenire in qualche modo, essendo consapevole comunque  che la agiterei e romperei ancora una volta  il suo equilibrio.

Questo è un pensiero che mi porta via un bel po’ di energia e non ho ancora deciso il da farsi.

Oltre a questo stress, c’è quello dell’esame di terza media della figlioletta.

Ho seguito alcune riunioni con gli insegnanti in preparazione dell’esame e mi sono scaturite un paio di riflessioni.

Ne parlano come se l’esame di maturità fosse uno scherzo a confronto: 5 giorni di scritti più un orale in cui devono preparare una tesi su un argomento che però deve essere multidisciplinare e pertanto coinvolgere almeno 5/6 materie.

Ma dico stiamo scherzando?  Sono esami di terza media cavoli!

Io ancora oggi ho gli incubi sull’esame di maturità ma sinceramente non ho assoluta memoria degli esami di terza media (è vero che sono passati 40 anni ma non devono essere stati così terribili).
Come tutti gli anni la figlioletta sta cercando di recuperare qualche insufficienza e non mi sembra particolarmente in ansia, o forse non lo dà a vedere.

Al contrario io lo sono e non lo nascondo nemmeno tanto bene: ogni pretesto è buono per tirare fuori l’esame imminente, dalla interrogazione da preparare allo zucchero nel caffelatte per arrivare ai vestiti sporchi da mettere nella cesta del bucato. Non so come ma riesco a trovare interfacce con tutti gli aspetti della sua vita. A me la tesi verrebbe benissimo J

Quando esagero,  lei comunque sa sempre come mettermi al mio posto.
La frase tormentone di questo periodo è “mamma stai tranquilla, lascia fare a me”.

L’altra perla di saggezza di mia figlia invece è venuta fuori di recente sul lato dieta e dimagrimento:  il mio eterno  e irrisolto problema.

Mentre sono sempre alla disperata ricerca di trovare una motivazione profonda che mi faccia scattare la molla  per cominciare la faticosa discesa dalla montagna dei chili, mia figlia arriva con la sua assoluta tranquillità e mi dice “mamma dobbiamo sempre tenerci in forma e agili perché non si sa mai in quale situazione ci si possa trovare  e se non siamo in forma (notare che non usa mai la parola grasso per evitare le saette della madre) possiamo anche non cavarcela: ad esempio se sei in una situazione in cui devi scappare per salvarti, come fai se sei fuori forma (escludendo ovviamente quella tonda!) ?”

Il ragionamento non fa una piega!


Potrei anche risponderle che se siamo su un piano inclinato potrei lasciarmi rotolare e mi salverei prima ti tutti gli altri, dubito però che possa accettarla come ipotesi, ragion per cui proviamo anche con lo spauracchio dell’"inferno di cristallo" imminente……  visto mai che funzioni.