domenica 5 agosto 2012

16 agosto


Il 16 agosto, compio 50 anni.
50 anni!
A scriverlo mi sembra già una cosa assurda.
Dicono che a 50 anni è inevitabile fare bilanci e questa cosa mi mette un ansia incredibile.
Beninteso, so perfettamente che il 17 agosto sarò esattamente quella che sono ora ma non riesco a fare meno di pensare che siamo al giro di boa.
Oddio forse il giro di boa l’ho passato da un pezzo e a noi mortali non è dato sapere ma quella cifra così tonda mi fa sentire vecchia e stanca.
E’ come se io che non ho mai avuto problemi a dichiarare la mia età, fra una decina di giorni ne avrò e ogni volta che lo dirò mi sentirò sempre un po’ più distante dalle persone più giovani.
Chissà se le altre a questo traguardo hanno pensato o penseranno le stesse cose?
Sinceramente avrei voluto arrivarci in un altro modo e invece devo fare i conti con la realtà.
Avrei voluto arrivarci con un compagno e invece sono sola e davanti a questo nuovo portale mi sento ancora più sola, come se avessi giocato tutte le mie carte.
Anche qui le idee non sono proprio chiarissime e non so bene cosa intimamente voglia, se essere sola con un disegno ancora da tratteggiare o avere una famiglia solida con figli grandi e ben avviati.
Ecco, davanti ai 50 anni io mi ritrovo a pensare che ancora non so cosa voglio dalla vita.
Non so se trovarci una sfumatura ancora di gioventù e di possibilismo in questa mia vaghezza o forse semplicemente  sono una cinquantenne del 2012 e qui mi sorge una domanda spontanea: ma oggi chi di noi ha una certezza?

Ultimamente mi sono ritrovata spesso a pregare Dio, nel modo che conosco io e che è molto personale, mi sono ritrovata a farlo più spesso del solito come se stessi annaspando in acque difficili e cercassi una mano a cui aggrapparmi.

Molte volte mi ritrovo a ripetermi “Dio  stai con me, stai vicino a me, dimmi cosa devo fare, indicami quali strada prendere”.

Di risposte non ne ho ancora avute ma  spesso il solo invocarlo e chiedergli di stare con me mi tranquillizza e mi dà una serenità inaspettata.

Dovrei cambiare il titolo del mio blog percheè questi 50 anni io li sento e mi dispiace tanto.

Oggi sto usando il blog proprio per darmi uno sfogo, lo scrivo e poi non so nemmeno se lo rileggerò.

In ogni elemento che potrei scrivere qui per fare un bilancio mi sembra in effetti che ci  potrei cogliere sia un lato positivo che uno negativo. La stessa cosa scritta potrebbe essere un punto di arrivo o un punto di una nuova partenza.

La mia convivenza è fallita e gli uomini che ho incontrato dalla fine di quel rapporto ad oggi sono stati tutti una profonda delusione ma una lezione me l’hanno insegnata: spesso pur di essere amata ho ceduto a delle storie senza futuro e con un presente pieno di compromessi e questo non me lo merito. Devo imparare ogni giorno ad amare più me stessa indipendentemente dagli altri, solo per me stessa. Nessun uomo al mondo merita un simile sacrificio.

Sono sola e il mio futuro è un foglio bianco  su cui poter scrivere un altro pezzo della  mia storia di vita e se un giorno si trasformerà in una storia d’amore con qualcuno che non sia me stessa, troverò nuovi colori per scriverla. Tutto può succedere.

Ho un bimba di quasi 10 anni. Comporta un grande energia seguire la crescita di una bimba ancora piccola e a volte desidererei una  figlia adulta che sia capace di badare a sé stessa.
Poi ci ripenso e anche qui vedo un altro foglio bianco su cui scrivere un'altra storia d’amore, su cui purtroppo ci saranno ancora molti errori ma un figlio inevitabilmente ti aiuta a crescere e a migliorare e io ho ancora una strada davanti da percorrere.
Se Dio lo vorrà ho ancora un dono da scartare ed è quello di vedere mia figlia diventare una donna.

Ho un lavoro che mi permette di mantenere mia figlia e me stessa e per rispetto a chi, di questi tempi fatica a trovarne uno per vivere, non farò il gioco del positivo e negativo: è una grande fortuna e ringrazio Dio dal profondo del cuore per questo dono.

Avrei voluto arrivare a 50 anni un po’ più magra e un po’ più in forma  e questo non è successo. Ci sono dei momenti che mi sento stanca, pesante e spenta.
E allora facciamo che i 50 siano il punto di partenza per una maggiore consapevolezza di sé anche da questo punto di vista.
E’solo una questione di scelte e questo io lo so bene. Scegliere di vivere meglio nel proprio corpo, accettarne i difetti per migliorarli , elevare il più possibile la qualità della vita.
Chissà perché ogni giorno invece troviamo sempre un piccolo espediente per farci del male.

Ieri, pensavo  a queste cose e un po’ per svago e un po’ alla ricerca di refrigerio sono andata al cinema a vedere “Marygold Hotel”: un film molto  carino pieno di leggerezza e anche di poesia.
La trama parla di un gruppo di vecchietti che, in qualche modo rifiutati dalle regole della società, decide di andare a trascorrere la propria vecchiaia in un hotel in India. Attirati dalla pubblicità che promette un luogo da sogno si ritrovano invece in un albergo fatiscente ma lì riprendono a vivere veramente.

C’è una frase che mi ha molto colpito nel film e che voglio usarla come conclusione di questo post nero e rosa insieme ed è questa

“Alla fine tutto andrà bene, e se non va bene  vuol dire che non siamo ancora alla fine”