Ritorno in punta di piedi.
Apro le finestre per far cambiare
un po’ l’aria ma non mi azzardo a togliere la polvere dai mobili, che non si sa
mai, dovessi sparire ancora.
Rileggendo il blog mi accorgo che
ne è passata dell’acqua sotto i ponti e le ultime volte che ho scritto si
riferivano al terribile mese di novembre dell’anno scorso.
E’ stato uno dei momenti più
brutti della mia vita e mi ha segnato tanto, più di quanto potessi immaginare.
Le paure sono aumentate a livello
esponenziale, ho il terrore del telefono che suona, giro ormai da quasi un anno
con il cellulare senza suoneria per non sobbalzare ogni due per tre.
Alcuni giochini al computer di
cui ho abusato in quel periodo come “svuotatesta” ora mi creano dei flash back
fortissimi per cui, appena sposto “caramelle” piuttosto che perdermi in
solitari, riemergono nella mente delle
situazioni emotive che mi gettano in stati di ansia piuttosto pesanti.
In realtà la situazione dallo
scorso inverno è cambiata moltissimo e mia
madre che da 5 anni non usciva più di casa e che, dopo le ultime disavventure, scivolava un
giorno sì e l’altro pure, in attacchi di panico e crisi depressive, si è
ripresa e ha fatto accadere anche ‘o miracolo: ad agosto ha deciso di iniziare a scendere le
scale e alla fine è riuscita anche ad uscire e a fare i suoi giretti e poi
risalire ben 4 piani a piedi.
Questo ha generato un ondata di
ottimismo in lei e di fiducia che credo le abbia portato un gran beneficio. Di
questo l’unico meritevole, oltre a lei, è mio fratello che, con il suo fare
burbero e introverso, l’ha accompagnata in questi passi e si è sempre premurato
di controllarle i livelli della pressione dopo le escursioni.
Su questo fronte, niente da dire,
lui è il più grande.
Io sono contenta di questi suoi
passi ma mi rendo conto di essere molto apprensiva verso di lei e a ogni minima cosa divento estremamente
apprensiva ed entro subito in ansia.
Tutto questo per dire che non sto
proprio vivendo serenamente e se a questo aggiungo che siamo di nuovo a
novembre mese che, come più volte dichiarato,
detesto con tutte le mie forze, la situazione non è per niente rosea.
Passano gli anni e sto maturando
una triste consapevolezza, ovvero che l ‘unico posto in cui mi sento veramente bene e in cui
sono tranquilla è il lavoro: non ci vuole un genio per capire che questa cosa
è, a dir poco, drammatica.
Mi rendo conto di aver perso i
contatti con me stessa e con i miei interessi, e faccio una fatica incredibile
a riprendermi e a pensare un po’ a me stessa.
Visto le facce preoccupate di chi
mi sta vicino, credo si colgano abbastanza chiaramente le avvisaglie di una
depressione strisciante.
Non ho amore per me stessa sia
fisicamente che psicologicamente, non ho cura della mia casa che vorrei rendere
più accogliente e calda ed invece riordino e pulisco in modo sempre più
superficiale, giusto per non farla assomigliare ad un porcile.
I miei interessi….hanno perso di
interesse e tutto quello che amavo, lo yoga, la meditazione, camminare, viaggiare non mi appartengono più.
L’unico interesse che regge è la
lettura a cui dedico sempre un po’ di tempo al giorno e che comunque sento che
è un angoletto sacro ed intoccabile della mia vita.
La cosa che mi preoccupa maggiormente
è la consapevolezza di non avere nessuna voglia di crearmi degli interessi:
tutta la mia mente è orientata al lavoro dove, sicuramente sono apprezzata e
anche tanto, ma anche lì i riconoscimenti sono sempre a parole.
Oltre al resto ho anche una
figlia che sto seguendo come una brava mamma ma con grandissima fatica.
In poche parole il senso del
dovere è sotto controllo (come da una vita d’altronde) è il piacere ed il
lasciarsi andare che hanno dei seri problemi.
Mi rendo conto che ci sono alcuni
pensieri che sono come dei vampiri, si attaccano alla mente e mi succhiano la
linfa vitale. Sono pensieri che riguardano il futuro e non il presente.
Hai voglia a raccontarmi che il
futuro non sai mai cosa ti riservi, che devo vivere radicata al presente, che
spesso la vita ci sorprende (non sempre positivamente) e i giorni futuri spesso
prendono una piega completamente diversa.
Hai voglia a raccontarmi tutto
questo, i miei vampirelli sono molto più tenaci.
Prima o poi ne parlerò, prima o
poi darò un corpo anche se solo per
iscritto a questi mostriciattoli della mia mente.
Non ora però.
Ora dovrei concentrarmi a
sistemare la mia persona e farla tornare ad essere una donna desiderabile anche
se solo da me, a fare della mia casa un luogo accogliente, a buttare via tutto
il superfluo che la mia “distrazione” ha accumulato (non sono un accumulatore
seriale sia chiaro), a riprendermi gli spazi della mia vita e delle mie
passioni.
Non è per niente facile e non so
nemmeno da che parte cominciare ma in qualche modo devo muovermi.