In un blog privato uno dovrebbe sentirsi libero di scrivere
un po’ quello che gli pare.
Devo purtroppo ammettere che quando uno deve raccontare aspetti
negativi della propria persona un po’ di reticenza salta fuori ed è proprio dura.
Essendo una veterana di diete e periodi più o meno lunghi di
“astinenza” da cibo voluttuoso spesso nella vita ho incontrato i cosiddetti (da
me) “disturbatori” o anche detti (nei momenti di peggiore incazzatura) “rompicoglioni
alimentari”.
Sono coloro che appena tu dichiari la tua decisione di
intraprendere un sano percorso di salute alimentare, si trasformano all’istante
in individui impossibili che:
- ti propongono qualsiasi genere di leccornie e inviti a pranzo per cercare di renderti la vita un po’ più difficile;
- ti demotivano subito fin dall’inizio dicendoti che non riuscirai mai a raggiungere l’obiettivo e tempo una settimana avrai dimenticato tutti i tuoi buoni propositi.
- ti dicono una frase che mi fa incazzare al massimo “sei più simpatica quando non fai la dieta” come se la tua personalità fosse legata in modo indissolubile alle calorie che ingerisci
- avverti un filo di ostilità nei tuoi confronti che si attenua solo quando inizi a sgarrare
In questo periodo anziché essere vittima di disturbatori sono
diventata parte attiva e, non dico di fare tutto quello che ho scritto ma
qualcosa in me si muove in quel senso e, mi vergogno come una ladra, ma lo sto facendo e in maniera anche un po’ accanita.
La mia collega dopo averci sfracassato a tutti su fatto che
è una balena, che si fa schifo e che non riesce ad essere costante, ha deciso
di mettersi a dieta.
Ora scriverò dei punti che sembrano voler essere una
giustificazione alla mia cattiveria ma voglio assolutamente dichiarare a mia
difesa che non voglio assolutamente trovare delle scuse e che mi detesto per il mio modo di pensare di
questi ultimi tempi, ma qualche premessa deve essere fatta:
- La collega che si dichiara balena avrà a malapena una decina di kg da perdere contro i miei che sono più o meno il triplo. Per cui quando si disprezza davanti a tutti io di rimando sento di fare schifo tre volte tanto.
- Quando si mette a dieta l’annuncio è un qualcosa che l’effetto “ globalizzazione” sembra un fatto assolutamente provinciale. Lo dice a tutti e per tutto il giorno racconta nei minimi particolari cosa stia mangiando e la fatica che fa ad affrontare questo percorso. La dieta diventa l’unico argomento possibile.
- In media le sue diete durano ore e non giorni e quando riprende a mangiare ti racconta nei minimi particolari di cosa si abbuffa, facendoti scatenare una fame atavica.
- Quando è a dieta come oggi, ti porta in ufficio una bomba chiamata la “”treccia di Panarello” (non so se la conoscete) che solo a nominarla mi aumenta la salivazione, chiedendoti più volte di mangiarla come se fosse giusto e sacrosanto che io possa rimpinzarmi di tutto ciò. Mi sorge sempre qualche dubbio: o non ci vede bene, o pensa che io debba prendere un po’ di peso perché mi vede deperita oppure è proprio stronza e pensa che per me sia ormai una partita persa in partenza.
Detto ciò io mi autodenuncio e ammetto di comportarmi
veramente male, ho una forma di ostilità
nei suoi confronti e una tendenza a cercare di metterla in difficoltà che a
volte è decisamente un po’ esagerata.
So da dove esce tutto questo, dalla mia incapacità in questo
periodo di darmi una regola e di pensare ad uno stile di vita più sano.
Il cibo è un grande consolatore e anche il mio peggior
nemico. Io ci provo a farlo diventare il mio migliore amico ma il nostro
rapporto è sempre stato un po’ malato.
Sono come quelle coppie dove il marito mena la moglie ma lei
si ostina a rimanere perché prima o poi lei riuscirà a farlo cambiare .
In un caso o nell’altro il rapporto cambia solo ed
esclusivamente quando si inizia a volersi più bene e a mettersi al primo posto
prima di chiunque altro.
C’è un altro modo di vivere il cibo come un aiuto per vivere meglio .
In questo periodo invece io cerco di anestetizzare il mio
dolore e i miei vuoti con il cibo e non riesco a interrompere la spirale
discendente che mi sta facendo del male.
Sto pensando di rivolgermi ad una nutrizionista che mi possa
seguire passo passo perché sta diventando veramente difficile farcela da sola.
A livello nozionistico sono preparatissima, so cosa si deve
fare e non fare, cosa mangiare e cosa evitare, so ogni cosa ma mi manca
sentirmi seguita, ascoltata e accolta in questo percorso che temo sarà
lunghissimo.
Tutto questo mi provoca una profonda rabbia e un senso di
incapacità che sto sfogando sulla ignara collega che, potrà avere pure dei
difetti, ma non può essere considerata la causa scatenante del mio disagio.
Ora cerco di stare tranquilla e di procedere nella giornata
con un minimo di distacco cercando di elevarmi dalla fanghiglia in cui sono
finita.
Vogliatemi bene lo stesso.