giovedì 7 maggio 2015

Stati d'animo


Mi prendo una mezz’oretta per scrivere uno stato d’animo

Oggi sono in ufficio, sempre presa tra mille cose che sto seguendo.

Siamo in pochi oggi in ufficio perché c’è un evento importante (la presentazione di un libro) a cui sono state invitati clienti e anche interni.

Nonostante passino gli anni e dovrei smetterla di farmi certe domande, chissà perché mi sovviene sempre un quesito: ma con quale criterio scelgono le persone da invitare agli eventi?

Mi guardo intorno in ufficio per vedere chi è rimasto e ci capisco ancora meno.

Faccio sempre un po’ fatica a lodarmi ma sul lavoro non ho dubbi: sono brava e il mio lavoro lo so fare molto bene.

Nel mio lavoro devo occuparmi di tante cose, di progetti da seguire, e di fare un lavoro di controllo di gestione su un conto piuttosto importante dove l’importo totale sfiora i 7 milioni di Euro.

Sono precisa, autonoma, arrivo sulle cose  prima dei miei capi per cui risulto essere l’assistente a cui non devi chiedere di fare le cose perché c’ho già pensato da sola.

Una delle mie mansioni è sanare eventuali contestazioni con i fornitori e devo dire che di soldi a questa Aziende ne ho fatti entrare, perché senza andare a fondo con certe contestazioni rischi di perdere denaro senza manco accorgermene.

Evidentemente non è abbastanza per essere invitata ad un evento come quello di oggi.

Faccio sempre la dura dicendomi che preferisco stare qui a risolvere  e  a mandare avanti le cose ma, indubbiamente qualcosa  mi sta rodendo dentro.

Nonostante io abbia sempre lavorato con la testa ho faticato tantissimo per farmi riconoscere il mio ruolo.

Dopo anni e anni sono riuscita a passare da impiegata a  quadro nonostante i miei colleghi erano convinti che io lo fossi di già: per dire il mio lavoro era da quadro ma i capi  non l’avevano riconosciuto formalmente.

Diventata quadro ora devo lottare per far valere i miei diritti e non è cosa semplice, è molto dura perché so per certo di  percepire uno stipendio inferiore agli altri del mio stesso livello e non mi vengono riconosciuti incentivazioni/premi.

Mi sento sempre di essere molto attiva e fattiva dietro le quinte ma poi il merito se lo prendono i miei capi che sono incapaci  (oppure gli fa comodo) di distribuire i meriti a chi ha fatto il lavoro.

Questa cosa inizia a darmi un po’ sui nervi.

E poi ho un altro pensiero che mi passa per la testa ed è solo mio non ho avuto prove, pero….

La società per cui lavoro è leader nell’alimentazione sportiva e nella alimentazione dietetica per migliorare il proprio benessere.

Per dirvela tutta io sono attorniata da colleghi e colleghe che fanno triathlon, si allenano in bici quotidianamente corrono in pausa pranzo.

Qui se esci ad allenarti alla pausa pranzo ti permettono anche di rientrare mezz’ora/un ora dopo  mentre se io tardo di mezz’ora perché ho portato mia figlia dal dentista devo chiedere il permesso.

Non importa se io sto in ufficio dalle 8.30 alle 18 a farmi un mazzo tanto, chi fa un buon tempo alla maratona di Milano è più considerato di me.

E se dopo 10 ore che sono in ufficio esco alle 18 perché ho una vita e una figlia fuori di qui e mi ci vuole un ora per rientrare a casa e per poterci parlare un po’ insieme, oltre a preparare la cena e altro, può accadere che il tuo superiore che è andato in pausa alle 12 ed è arrivato in ufficio alle 16.00 (quando va bene) si permetta di scherzare dicendo se sono una statale e  che mi cade la penna alle 18.

Anche questo inizia a darmi sui nervi.

Comunque per farla breve io lavoro in un ambiente dove fare una maratona  o allenarsi in bici conta molto di  più delle competenze professionali e l’aspetto fisico dello sportivo o della fanatica del metodo alimentare dietetico commercializzato  sono molto più considerati rispetto alla mia fisicità che la dieta più che seguirla, la insegue senza mai riuscire a prenderla.

E’ da un po’ di tempo che si insinua nella mia mente il sospetto che la mia condizione fisica di obesità e poca propensione allo sport possano essere un motivo per non portarmi agli eventi in cui si parla di queste cose.

Esagero? Mah!

Il problema è che se  questo pensiero riesce a farsi  spazio nella mia testa io sono fottuta perché la mia indole fortemente ribelle e anche un po’ allergica all’autorità mi costringe ad andare  esattamente all’opposto di quello che sono i loro canoni.

Una volta il presidente stesso si è permesso di dirmi in modo bonario e paternalistico che avrei dovuto perdere   peso e avere maggiore cura di me: tutto questo mentre stavamo discutendo di una riunione della forza vendite da organizzare.

Risultato: sono ingrassata di due chili quel mese.

Detto questo oggi mi sento un po’ triste e sconsolata davanti alla mia scrivania, anche se da quando ho iniziato a lavorare oggi ne ho risolte di cose e la considerazione della forza vendite, clienti e colleghi è sicuramente indiscussa. Anche quella dei capi ma se fossi più magra e più tonica avrei qualche carta in più da giocare.

Detto questo oggi ho bisogno di crearmi un mantra che annulli questi pensieri negativi:

 Io sono brava nel mio lavoro e scelgo di  dimagrire e fare movimento perché ne va della mia salute e non del lavoro.

Però oggi sono triste lo stesso.

8 commenti:

  1. i dirigenti riconoscono solo dopo reiterate proteste, chi -come noi- si da da fare ma non pretende, resta in silenzio ad aspettare che il proprio lavoro sia riconosciuto, mentre gente inferiore a noi si fa strada per la propria intraprendenza ed autostima. Sicuramente sei stata esclusa dall'evento per la tua forma fisica... corri ai ripari per te stessa!!!!
    cerca di farlo soprattutto per tua figlia, oltre che per te stessa: noi insegniamo più con l'esempio che con le parole... ed al tuo capo alle 18.00 digli che hai appuntamento con il tuo coach in palestra... :D

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  2. Ciao Renata. Ben ritrovata. Eh sì più ci penso e più mi sembra che sia la reale motivazione. Hai ragione su tutto. La mia salute prima di tutto e tutti. Un bacio

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  3. Bella l'idea del coach di Renata! Interessante questo legame tra forma fisica e rispetto nell'ambito professionale. E' evidente che c'è ed è profondamente ingiusto perchè se lavori bene dovresti averne le giuste gratificazioni a prescindere dal tuo aspetto. In questo momento fatico a dirti di volerti bene, di dimagrire per te stessa in quanto io stessa non riesco a farlo ma se ci riesci sei bravissima. E per me sei bravissima comunque ^_^

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    1. Grazie Margherita
      No non è affatto giusto, ma devo concentrarmi sul fatto che dimagrire e volersi bene non c'entra nulla con il mio riconoscimento professionale. Come dice saggiamente Renata lo devo fare per me stessa, per la salute e per mia figlia. Se mi concentro sul discorso lavorativo la mia anima ribelle a queste dinamiche rischia di farmi ingrassare 10 kg in una settimana

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  4. beh si dovresti farlo per te... comincia da una pausa un po' più lunga in cui vai magari in puscina o a camminare...

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    1. Rose, mi sto organizzando per fare un pezzo più lungo a piedi quando ritorno. Non sono ancora nel gotha degli atleti aziendali che si possono permettere le pause lunghe. Rischierei di finire le ferie prima di agosto :-)

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  5. n.b. ho privatizzato il blog. Se ti interessa e se mi mandi la tua mail a rosenuovomondo@gmail.com ti autorizzo all'accesso!

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    1. Grazie Rose :-) ma l'ho già fatto e mi hai già autorizzato. Nel tuo blog che è wordpress mi trovi con il nome di Lucedelloro.
      Anche se commento poco non mi perdo un tuo post e sono contenta che hai fatto questa scelta di "pulizia". Un abbraccio

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